A chi si ispira nell'ultimo periodo - Enrico Del Rosso

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A chi si ispira nell'ultimo periodo

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Il comunicazionismo digitale 2.0

L' evoluzione artistica di Enrico Del Rosso nel periodo 2017-18

Dopo un'estate in cui mi sono concentrato nella ricerca di nuovi software e del relativo utilizzo, sono passato ad un'arte più complessa, in grado di sfruttare nuove tecnologie, legate alla sintesi strutturale degli oggetti, alla topologia degli stessi ed all’uso di un ambiente virtuale di diverso concetto realizzativo.
Il risultato è stato una rottura con l’opera seriale del tipo foto-tessera e l’introduzione di nuovi elementi tridimensionali capaci di suscitare nell’osservatore curiosità ed interesse. Elementi tridimensionali ricavati appunto attraverso l’uso dei nuovi software a disposizione.
Interessante passaggio evolutivo è stato l’introduzione della modellazione di tipo scultoreo nell'ambiente virtuale. Questo tipo di modellazione permette di raggiungere effetti simili all’uso della creta e di plasmare quindi la materia in modo manuale.
La sintesi strutturale o topologica di un oggetto è invece la sua composizione matematica, viene così realizzato un oggetto che risponde più alla sua logica che alla sua forma, ovvero esso viene letto dall’occhio come elemento guidato da leggi matematiche come le onde provocate da una goccia.
Nuova introduzione di quest’anno è stata l’uso della copia da fotografia: l'oggetto reale viene fotografato e poi riportato nell'ambiente virtuale e ri-fotografato. È un passaggio tutt’altro che scontato, in quanto l’oggetto reale possiede determinate logiche che vengono catturate nell'inquadratura di una foto, per poi essere riprodotte nell’ambiente virtuale e quindi nuovamente re-incasellate in un rettangolo, astraendole dalla loro natura materica, e dando loro una nuova entità od oggettività, compilata in un file elettronico.
Appare così che il mondo virtuale assomigli per molti versi al mondo teatrale, dove la realtà viene riprodotta esattamente com’è, ma delocalizzata su un palcoscenico.
L’essere umano quindi assume nuovi connotati, perde il valore biologico e diventa scultura, oggetto trasfigurato, privo di insensatezza e casualità, puro concetto, puro ragionamento logico.
L’ausilio della cromatura sulla superficie dell’icona apre l’osservazione ad un mondo circostante, fonte di giochi irreali, sintetici, topologici.


L’immagine viene eseguita alla maniera Liberty, aggiungendo all’icona del volto femminile alcuni elementi topologici, ovvero prodotti partendo da un dodecaedro ed evoluti nelle loro dimensioni più evidenti. Il risultato è simile ad un fiore.
Viene abbandonata almeno in parte la mappatura o texturizzazione della superficie dell'oggetto, in quanto elemento incoerente nella realizzazione dello stesso. Essa infatti si collocherebbe come elemento materico di una superficie, il che non solo è innaturale nel 99% dei casi, soprattutto nell'ambiente naturale, ma sarebbe sinonimo di materia, di sostanza che nel mondo virtuale è un elemento ancora non riconosciuto. L’unico luogo nella realtà in cui è praticamente possibile trovare una texturizzazione, simile a quella prodotta in ambiente digitale, è sugli oggetti stampati di tipo industriale, già appartenenti ad un loro lavoro di design.
Viene quindi relegata sui manufatti di tipo industriale, come tessuti ed altri oggetti stampabili, e sostituita da una superficie uniformemente cromata.
L’ambiente in cui è collocata la figura acquista quindi importanza per via degli inevitabili riflessi che la cromatura comporta. Esso è soggetto per tanto ad una creazione ausiliaria, infatti la fotografia da cui si è preso spunto non possiede questo elemento. Le parti che vi vengono collocate sono realizzate con tecniche riduttive, non è possibile riprodurre l’intero universo all'interno di un file digitale, anche perché oltre un determinato limite di informazioni e relativi errori l’intera struttura tende a collassate. Gli oggetti quindi simulano la realtà riproducendone le sembianze in modo sommario, generico, ma proprio per questo difficilmente originali. La soluzione sta negli strumenti di sintesi strutturale che permettono la realizzazione essenziale delle varie forme, attraverso calcoli matematici. Appaiono cosi riflessi ambienti domestici, edifici, montagne, mari, ecc.

L’ultima opera prima di questo scritto è prodotta nel tentativo di imitare un'altra opera digitale già esistente. È interessante vedere come, seppur ugualmente digitali, gli strumenti e le soluzioni possano essere molteplici, visto e considerato che, comunque sia, oltre un certo livello di informazioni ogni sistema crolla. L’oggetto da me prodotto ricorda solo vagamente il primitivo, dove l’originale cercava di mostrare realismo, atmosfera, velature, il mio lavoro procedeva per solidi, attraverso sostanze definite, chiuse come elementi concreti. Dal mio punto di vista un oggetto è solido, è chiuso, non si mescola con gli altri. Preferisco infatti concludere un elemento elementare che mescolare, miscelare, più elementi irreali. Ma ogni oggetto nella realtà possiede continue contaminazioni, all'interno di una foglia possono esserci degli insetti, delle gocce, ecc. La domanda è quindi fino a che punto vale la pena di riprodurre esattamente una struttura? E fino a che punto invece è meglio imitare un insieme? Nel primo caso ottengo una formula matematica esatta, ma senza contaminazioni. Nel secondo ottengo le contaminazioni ma perdo la struttura esatta.


Crucis (2016)

Inenarrabilis (2018)
Color
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